L' Oasi del pioppo bianco

PIOPPO BIANCO

"...Pioppo, e tu cosa farai?
Non voglio dirti nulla.
Io... tremare!..."
(F.G.Lorca, da: "[Acqua, dove vai?]") 

                                                                                                                                                                          Citazioni

NOME SCIENTIFICO: Populus alba L.

NOMI DIALETTALI: Albaraz, Albarella, Arbra, Piopa pirara (Emilia), Gattice, da parte dei greci veniva chiamato Leke.

FAMIGLIA: SALICACEAEPIOPPO_BIANCO2.jpg (45261 byte)

CARATTERISTICHE: albero a foglie caduche alto fino a 30 metri; corteccia bianco-grigia, screpolata nei grandi esemplari; rametti e gemme ricoperti da una fitta peluria bianca che poi sparisce lasciando la pagina superiore della foglia liscia e verde scura, quella inferiore bianca e lanosa. Foglie con 3 fino a 5 lobi. Specie dioica: cioè i fiori maschili e femminili sono prodotti da diverse piante. Il giovane esemplare presente in giardino non ancora fiorito, per cui non sappiamo se si tratta di maschio o femmina
SPECIE SIMILI: molto simile al Populus canescens, meno comune del P. bianco, che si distingue soprattutto per la forma delle foglie dei polloni che sono triangolari-ovate e non palmate.
DISTRIBUZIONE: Europa, Asia, Africa settentrionale.
HABITAT: boschi di ripa, planiziali e collinari; nei boschi misti di latifoglie decidue e talvolta come colonizzatore di pendii franosi a suolo umido. assai resistente alla salsedine. Si tratta di una pianta termofila, amante della luce; preferisce suoli sciolti, freschi e profondi, mentre non tollera i terreni compatti e con umidità stagnante.
LEGNO: per la rapidità di accrescimento e le pregevoli caratteristiche del legname, impiegato per la produzione di pasta da carta, di fiammiferi, di trucioli da imballaggio.
CURIOSITA’: la faccia inferiore bianco-argentea indicherebbe che ai piedi di questa specie si trovano sotterrate delle monete d’argento : si può tentare di raccoglierle soltanto il venerdì, a mezzanotte, ma solo se un raggio di luna illumina il luogo. Leke per i greci era anche il nome di una Ninfa che, inseguita da Ade, si trasformò nella pianta e fu poi trasportata dal dio vicino alla fonte della Memoria (=Mnemosine), la cui acqua permette ai morti di arrivare alla stessa immortalità degli eroi.